Tracheite ricorrente nei bambini

Tosse e muchi in gola che vanno e vengono: patologia o “percorso parafisiologico”?

Annoto qui una riflessione personale sulla tracheite nei bambini. E mi preme parlarne perchè mi confronto fin troppo spesso con genitori i cui bimbi la tracheite ce l’hanno in pratica una settimana si e una no, specie nel periodo autunno-inverno.

Ma siamo certi che in questi bambini bisogni guardarla come una “patologia” piuttosto che come un percorso parafisiologico di crescita e maturazione delle proprie difese? Eh no, perchè a me il dubbio un po’ viene…

In natura esiste la biodiversità, non siamo tutti uguali.

C’è chi mangia “un tot” e non ingrassa e chi mangia il medesimo “un tot” e invece va in sovrappeso… biodiversità…

C’è il bimbo he per produrre “10 anticorpi” a livello tonsillare gli basta ingrossare le tonsille come due piccole arachidi e chi invece per produrre gli stessi 10 anticorpi deve gonfiarle come due noci della California (quelle enormi!)… ancora biodiversità… ed anche il bimbo con ipertrofia tonsillare a differenza che in passato, non viene oggi considerato più come un bimbo “malato” ed a cui le tonsille vanno tolte a ogni costo.

C’è poi (e torniamo quindi alle nostre tracheiti ricorrenti) il bimbo che per “sloggiare 10 virus” che stanno tentando di penetrare le pareti delle vie respiratorie, gli basterà produrre un piccolo misurino di muco al giorno e il bimbo invece che deve produrne una damigiana e mezzo!

Perdonate le metafore un po’ colorite, ma credo cosi ci capiamo meglio. Anche perchè quando lo spiego dal vivo ai genitori sono più o meno queste la parole che uso.

E se dopo 2 anni che non tocco questo blog ho deciso da un po’ di riprendere a scriverci, voglio però farlo rilassandomi con la mente e non caricandomi di mal di testa… quindi scriverò come parlo… 😉😅

E dunque tornando a noi: quella che spesso il pediatra chiama tracheite, rinite o rinotracheite, laddove si innesti nel bambino come una condizione pressocchè “perenne”, con ondulatori miglioramenti e riaccensioni, miglioramenti e riaccensioni, ma senza mai che “muco e tosse” vadano via del tutto, non sempre è legata a un fenomeno da interpretare come patologico.

A volte si. A volte anche si: c’è un quid di patologico che il pediatra riconosce e gestisce (allergia? sinusite cronica?).

Nella maggior parte dei casi invece trattasi di tracheite o rinotracheite ricorrente spessi afebbrile: ciò che a mio giudizio, essendo quasi una costante per alcuni bambini in alcuni periodi dell’anno assomiglia più a una sorta di fenomeno parafisiologico che a un vero e proprio ricorrere di patologia.

In altre parole, allorchè ogni giorno folte e miste bande di virus e batteri penetrano con l’aria nelle nostre vie respiratorie, possono succedere 3 cose…

1. Eliminazione Asintomatica

Allorchè i patogeni restano sulle superficie della parete respiratoria senza mai penetrarla!

La maggioranza dei patogeni vengono eliminati in modo del tutto impercettibile dalla primissima linea di difesa, ovvero la clearance muco-ciliare: la sinergia creata tra l’impercettiblle microfilm mucoso presente sulle pareti delle vie aeree (sabbie mobili per i patogeni) e il battito delle microciglia vibratili diretto verso l’esterno, butta tutti fuori senza che noi manco ce ne accorgiamo!

2. Eliminazione Infiammatoria

Allorchè i patogeni entrano nella parete respiratoria, iniziano la replicazione, avviando una “ITE” (rinite, faringite, tracheite… in base a dove siamo).

Una minoranza di patogeni (soprattutto virus, che più facilmente sanno penetrare!) riescono talora a raggiungere la trachea e metter su un po’ di cicli di replicazione virale sulle pareti tracheali (oltre che su quelle nasali! ecco perchè rinite e tracheite spesso si associano).

Ciò avviene più spesso quando fa freddo per 2 ragioni:

  • passiamo più tempo al chiuso condividendo tra persona e persona, cariche virali maggiori
  • le basse temperature intorpidiscono i meccanismi della clearance muco-ciliare inibendo le ciglia e causando maggior produzione di muco compensatoria

Ecco perchè quando fa freddo conviene fare 2 cose per difendersi dalle infezioni:

  • evitare luoghi chiusi e affollati
  • portare i bambini all’aria aperta (ma ben coperti! in pratica devono stare caldi senza avvertire freddo, altrimenti ciò comunque favorisce l’attecchimento di patogeni che prima del clima freddo sarebbero stati invece asintomaticamente eliminati come in fase 1

Ma ad ogni modo, quando accade che il virus approda in trachea e inizi a “figliare” riproducendo nuovi baby-virus, sulle pareti tracheali avremo i seguenti effetti:

  1. irritazione a attivazione delle terminazioni nervose tussigene: tracce elettriche presenti nelle pareti tracheali che se irritate da tali virus danno luogo a tosse secca/stizzosa,,, avete presente quella fase iniziale della tracheite dove si avverte un fastidioso formicolio alla gola per cui non possiamo smettere di tossire
  2. aumento della produzione muco (le famose sabbie mobili per intrappolare e eliminare potenziali patogeni!)

Tali effetti giustificano anche perchè ogni tracheite solitamente parte con tosse secca nei primi giorni che poi “matura” diventando mucosa/grassa nei 3-4 giorni successivi portando a tosse dapprima mista, poi tutta grassa.

3. Eliminazione Febbrile

Allorchè i patogeni penetrano la parete respiratoria sfondandola e andando oltre!

Una minoranza ancora più stretta di virus può riuscire a esondare dalle pareti tracheali, raggiungere il sangue e dare una condizione chiamata viremia.

Ed è a questo punto che “febbre fu”!

Il passaggio di virioni a livello sistemico attraverso il sangue rende conto oltre che dei picchi di febbre, anche di molti altri sintomi sistemici (più o meno presenti a seconda dei virus coinvolti): malessere generale, cefalea o sintomi di pancia (come nausea, vomito, diarrea, dolore addominale) o talora esantemi tipici (morbillo, rosolia,…etc) o esantemi da virus minori.

Perchè allora mio figlio ha cosi spesso la tracheite?

Semplicemente perchè ci sono alcuni bambini che la situazione qui sopra descritta al punto 2, la vivono più spesso di altri e purtroppo li il genitore non può far altro che tampnare aiutando l’espettorazione dei muchi con aerosol a base di ipertonica 3% e acido ialuronico che ripristini l’integrità delle pareti tracheali.

I motivi che espongono un bambino ad attraversare più spesso la situazione 2 non sono del tutto noti… dipendono di certo da una predisposizione individuale all’insegna della biodiversità.

Ma non per questo bisognerà parlare di patologia… tantochè in lingua italiana e napoletana, popolarmente parlando, sono stati coniati 2 termini che accostano bambini e muco come se fosse cosa normale: “mocciosi” e “muccusi”.

Se quindi il popolo chiama col nome del muco i suoi bambini è evidente che bisogni andare verso l’accettazione del fenomeno piuttosto che tentare inutilmente di prosciugare da muchi tali bimbi con tosse e muchi perennemente presenti.

Tanto non ci si riuscirà, ne serve riuscirci… perchè quel grado di tosse e muchi su cui si è stabilizzato, occorre al bambino per eliminare patogeni! E quindi che ben venga!

E l’antibiotico? In tutto ciò come lo inseriamo?

Talora l’indebolimento locale generato da tali processi virali a livello delle vie aeree aiuta alcuni ceppi batterici ad attecchire e in questi casi il ricorso all’antibiotico può divenire necessario.

Dott. Raffaele Troiano – Pediatra

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