Quali esami del sangue fare per un controllo generale?

“Emocromo, transaminasi, glicemia, VES, TAS… scriviamo un po’ di ESAMI DI BASE dottore? Giusto un controllo generale, non ha mai fatto un prelievo!”

Quale pediatra non si è imbattuto un migliaio di volte in questa ingenua richiesta genitoriale?

E quante volte ci si lascia andare alla prescrizione di “tradizionali” pannelli di esami del sangue di base pur di accontentare mamma e papà che tanto insistono? Tanto se non glieli scrivi tu, trovano loro qualcun altro che glieli scriverà?

In questo articolo voglio spiegarti perchè è inutile (e spesso addirittura anche dannoso!) richiedere “esami generali” a un bambino senza che essi siano mirati ad approfondire un problema clinico specifico cui correlarli.

Esami di base per un controllo generale

Prima di passare alla parte seria dell’articolo (prossimo paragrafo), ci tengo a presentarvi qui sotto in elenco i fantastici esami del sangue di base più spesso richiesti e che nell’immaginario collettivo dovrebbero servire a mettere una sorta di “bollo” sul bambino, del tipo “è tutto a posto, non ha nulla”:

(Nb: durante la lettura dell’elenco di esami voglio intanto un sonoro “oleeè” per ognuno!)…

  • Emocromo (oleeè)
  • Glicemia (oleeè)
  • AST e ALT: dette anche le “sorelle transaminasi” che un’antica e ineradicabile tradizione vuole vengano sempre richieste insieme per capire “su per giù come sta il fegato”… (ah dimenticavo: oleeeè)
  • Creatinina e Azotemia: altre 2 sorelle siamesi, utili ad esplorare la funzione renale. (Olè.)
  • Quadro proteico elettroforetico: anche conosciuto col nome d’arte “QPE“, che oggigiorno non serve quasi più a nulla, ma che se compare in ricetta ti fa tanto “scienziato”. (Olè.)
  • E dulcis in fundo… vediamo, vediamo… c’è chi mette la ferritina, chi l’esame urine, chi invece pur sapendo di darsi una zappa sui piedi (considerando che il bimbo è sano) si avventura nella richiesta della VES o della PCR, esami che si alterano per tutto e per nulla, e che quando risultino lievemente mossi in un bambino asintomatico, si propongono al medico nella veste di esami ininterpretabili.

Ah poi dimenticavo: chiedere la VES, in alcuni pazienti “old-school” innesca ancora ad oggi un riflesso vocale condizionato filogeneticamente conservato:

“Dottò e il TAS ve lo siete dimenticato?”.

“Va bene signora allora se ha bisogno anche del TAS per sentirsi serena, passiamo ad esami più approfonditi su più ricette: le metto a disposizione le inesauribili risorse del nostro sistema sanitario pubblico gratuito, nei limiti della sopravvivenza del bambino al salasso che ne risulterà: VES, TAS, tampone faringeo, PCR, IgG, IgA, IgM, sideremia, IgE, profilo tiroideo (TSH, FT4, FT3), profilo coagulativo e infine… mmmhh… ha parenti celiaci?”

“No, dottò”

“Neanche lontani? Cugini di settimo-ottavo grado o roba simile?”

“No, dottò nessuno.”

“Vabè va, visto che ci siamo mettiamoglieli lo stesso: tTGasi IgA ed EMA. Non sia mai fosse un celiaco asintomatico!”

NB: seppur quest’ultima cosa della celiachia l’ho scritta proseguendo la linea del “dialogo scherzoso” (poichè così mi è venuta di getto), in verità ci tengo a precisare che sono personalmente d’accordo nel fare uno screening per celiachia laddove ci si trovi “a bucare” per altri motivi (motivi validi, di certo non il “controllo generale” di un bimbo sano) il braccio del bambino.

Perchè mai? Considerata l’elevata frequenza della celiachia in forma pauci-sintomatica, nell’inutilità generale del prelievo che ormai, nel nostro bambino sano e asintomatico, abbiamo deciso di fare, vogliamo tirarne fuori almeno un’unica cosa potenzialmente utile?

Quali sono i rischi di fare esami di controllo generale in bimbi sani?

Il rischio di fare “esami generali” a casaccio non è solo in termini di perdita di tempo e inutile stress al bambino.

Il vero grande rischio è soprattutto quello che la situazione può talora sfuggire di mano evolvendo in una temibile patologia dei nostri tempi: l’asterischite.

Trattasi di una sindrome da ipermedicalizzazione del bambino, caratterizzata dalla compulsiva ricerca dell’azzeramento degli “asterischi” sugli esami, seppur questi ultimi risultano svincolati da qualsiasi problema clinico.

Perchè molti di voi non sanno che la maggior parte degli esami possono risultare leggermente e para-fisiologicamente alterati per mille-e-uno ragioni durante la nostra giornata: alimentazione, stress, microrganismi quotidianamente incontrati dal nostro sistema immunitario, sono tra i fattori che possono generare tali lievi movimenti di emocromo, transaminasi, sideremia, VES, TAS, bilirubina, QPE, profilo tiroideo etc.

E non parliamo dell’ineliminabile margine di errore legato alla tecniche di dosaggio di laboratorio (variabile da in base all’esame considerato).

Ecco perchè noi medici il più delle volte siamo in grado di interpretarli sono quando possiamo correlarli a un problema clinico o a dei sintomi ben chiari.

Nel bambin0 sano asintomatico un casuale e transitorio movimento della VES, della PCR, dell’emocromo, delle transaminasi, del QPE, della bilirubina, non assumeranno lo stesso significato che in un bambino con sintomi.

E se puta caso, la mattina dei tanto attesi “esami di controllo” c’era in corso uno di questi parafisiologici movimenti dei valori di base come appena descritto, il povero piccolo si troverà catapultato nella “patologia” sopra citata, l’ “asterischite“, di cui tra poche righe vi dirò due parole.

Le stessa positività alle “prove allergiche” o “prick-test” (che pure spesso sono richieste dal genitore per un “controllo generale”) non ha spesso alcun significato e non formalizza alcuna diagnosi di allergia in un bambino che non abbia alcuno sintomo! Ma queste ultime meritano un articolo a parte che scriverò a breve,

Ed anchelo stesso tampone faringeo, laddove becchi il temibile Streptococco Beta-Emolitico di Gruppo A (SBEGA), qualora il bimbo non abbia segni di faringite, scarlattina o altre patologie SBEGA-correlabili e non abbia storia familiare di malattia reumatica acuta, è di fatto un portatore sano di SBEGA (come ce ne sono tanti in giro e inconsapevoli di esserlo) che nulla deve fare sul piano terapeutico.

Cos’è l’asterischite?

L’asterischite è una patologia psichiatrica collettiva che colpisce simultaneamente genitori e medici di bambini sani nelle moderne società occidentali ove l’ansia genitoriale è talora ipertrofica, gli avvocati sono sempre in agguato contro la “malasanità” e i medici sono perennemente intimoriti e sulla difensiva da possibili denunce. Spaventati più dalle carte che dai sintomi dei pazienti..

Il periodo di incubazione dell’asterischite va dal giorno in cui mamma e papà, avallati dal proprio medico, decidono di fare “esami per un controllo generale”, perchè “vede dottò, il bambino non ha nulla, sta benissimo, ma io mi sento più tranquillo se gli facciamo un po’ di esami”.

L’esordio clinico avviene il giorno del ritiro del referto degli esami e i primi segni clinici compaiono solitamente con asterischi privi di significato patologico ai globuli bianchi o alle piastrine, magari leggermente aumentati per difendere il bimbo da qualche microrganismo a decorso asintomatico o paucisintomatico o per gestire il lievissimo “trauma” passato inosservato che ha preso il giorno prima cadendo sul pavimento mentre giocava allegramente col cane. Anche PCR o VES spesso vengono coinvolte a esordio “malattia”.

Tale esordio clinico viene in alcuni casi acuito dal parente lì pronto a suggerire: “Portalo subito in pronto soccorso”, dove talora fa altri esami ancora o viene addirittura ricoverato poichè “Cara signora gli asterischi vanno approfonditi bene”.

In mancanza del parente ansiogeno la comparsa di asterischi in un bambino viene il più delle volte gestita dal proprio pediatra di famiglia.

Talora emergono asterischi anche alle transaminasi il più delle volte dovute a un farmaco assunto (ha preso paracetamolo in questi giorni signora?) o ad alimenti o a condizioni parafisiologiche ampiamente descritte in medicina come ad esempio la sindrome Macro-AST in cui il paziente per sua personale fisiologia elimina l’enzima AST più lentamente che quindi tende ad accumularsi prescindendo da qualsiasi problema epatico (PS: anche l’amilasi pancreatica talora tira questo scherzetto delineando la sindrome da iperamilasemia).

Del QPE è quasi meglio non parlare. E’ l’asame più richiesto e poi meno guardato della storia della medicina occidentale. Nell’epoca in cui siamo in grado di dosare singolarmente ogni proteina plasmatica, il QPE trova significato solo dinnanzi al sospetto di ben poche condizioni, come ad esempio il mieloma multiplo (condizione tra l’altro rara in pediatria). Pertanto eccezion fatta che ci si trovi di fronte a un prominente picco in gamma, la maggior parte delle microalterazioni evidenziate dal QPE lasciano puntualmente i medici privi di parole e commenti e i genitori carichi di dubbi.

Per le alterazioni della bilirubina prive di significato patologico per fortuna ci a pensato San-Gilbert ad inventarsi una sindrome (la sindrome di Gilbert) caratterizzata da picchi di bilirubina (specie a digiuno) legati a processi enzimatici peculiari, in pazienti privi di qualsiasi problema epatico.

Potrei continuare fino a domani, ma voglio concludere spendendo due parole su un sottotipo molto aggressivo di asterischite. Il suo nome è TAS-ite.

Il TAS altro non è che il Titolo Anti-Streptolisinico: in pratica la sua elevazione testimonia la produzione di anticorpi contro un batterio chiamato streptococco. Esso resta elevato anche a lunga distanza da un’infezione da streptococco e si eleva leggermente ogni volta che il bimbo incontra uno streptococco (anche una delle migliaia di forme minori di streptococco di altri gruppi che poco e nulla hanno a che vedere con la patologia umana).

Quindi rincorrere per mesi valori di TAS leggermente mossi che magari oscillano sui 400-800, in bambini privi di qualsiasi sintomo, nella speranza che si negativizzino, serve solo a stressare bimbi e famiglie creando il falso mito che la fisiologica risposta anticorpale del piccolo verso uno streptococco contratto magari molto tempo prima, debba rappresentare un problema medico per il bambino.

La terapia della asterischite si fonda sulla fiducia da parte del nella capacità del proprio medico di interpretare e smorzare tali asterischi, oltre che sulla presa di posizione dello Stato verso i gruppi di avvocati, ignoranti in materia, ma perennemente a caccia del pelo nell’uovo tra le carte del bambino pur di poter montare un’accusa verso un medico.

Ciò detto, mi fermo, credo a breve scriverò articoli un tantino più seri su argomenti che qui ho giusto menzionato (TAS, streptococco, tampone faringeo, oltre che prove allergiche e prick-test), ti saluto e ti invito a seguire la mia pagina facebook (vedi logo Fb in cima alla pagina) per essere aggiornato sui prossimi articoli.

Articolo di: Dott. Raffaele Troiano

Foto di RODNAE Productions da Pexels

Ti è piaciuto l'articolo? Condivilo!