Il bambino non vuole più il latte: rischia carenza di calcio?

“Dottore non vuole più il latte!”

Più di una volta mi è capitato di discutere ai bilanci di bimbi che rifiutano il latte. E ii genitori spesso preoccupati per una possibile carenza di calcio nelle sue ossa in crescita.

Un individuo di 25 anni possiede infatti un patrimonio medio di calcio di circa 1 Kg di cui il 99% è nelle ossa mentre l’1% circola libero nel sangue. Tale prezioso patrimonio viene accumulato proprio durante l’infanzia e la pubertà!

Nonostante il calcio sia presente anche nell’acqua e in una grande varietà di alimenti (frutta secca, legumi, spinaci…) nei bambini abbiamo da sempre l’abitudine di “metterne in cassaforte” l’apporto quotidiano attraverso “alimenti di rito” offerti ogni giorno.

Ed in ciò ci vengono in aiuto i 3 quotidiani paladini del calcio: latte, yogurt e parmigiano (anche se quest’ultimo è stato di recente ridimensionato in corso di svezzamento… vedi schema svezzamento).

Latte, yogurt e parmigiano sono infatti alimenti che riusciamo sempre a inserire nella giornata del piccolo così da star sereni che, qualsiasi cosa decidiamo di cucinare, la quota calcio quotidiana è a posto!

Eh si perchè i legumi non è che li mangia tutti i giorni e alcuni bimbi non li amano molto! Stessa cosa dicasi per spinaci, frutta secca, acciughe, alici, salvia, rosmarino: tutti alimenti ricchi in calcio ma… non li mangia mica tutti i giorni!

E’ pur vero che nell’ambito di una dieta vegetariana è possibile alternare con intelligenza e fantasia suddetti alimenti avendo cura di garantire l’apporto giornaliero di calcio da fonti vegetali. Ma è altrettanto vero che la maggior parte delle famiglie italiane tutt’oggi mettono in cassa il calcio quotidiano del loro piccolo puntando a latte e derivati ed è a loro che è dedicato questo articolo.

Fabbisogno di calcio durante la crescita

A seguire le raccomandazioni dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) 2014-2015 circa l’apporto di calcio nei bambini:

  • 6-12 mesi: 280 mg/die
  • 1-3 anni: 450 mg/die
  • 4-10 anni: 800 mg/die
  • 11-17 anni: 1.150 mg/die

Come soddisfare tale apporto di calcio?

Pur senza improvvisarci nutrizionisti, basti ricordare pochi cardini per capire se il nostro piccolo raggiunge un adeguato apporto giornaliero di calcio. Per qualsiasi dubbio è opportuno discuterne col proprio pediatra o con un nutrizionista.

  • I latti in formula di tipo 1 e 2 (una volta ricostituito con acqua al 14%) contiene circa 60-70 mg di calcio ogni 100 ml (varia minimamente a seconda della marca). I latti di crescita (o formule 3, dopo i 12 mesi di vita) raggiungono anche i 90 mg ogni 100 ml
  • Il latte vaccino semplice (quello del banco del supermercato) contiene circa 120 mg di calcio ogni 100 ml.
  • Lo yogurt in vasetto da 125 ml apporta circa 130-140 mg di calcio.
  • Un cucchiaio da 10 gr di parmigiano grattugiato apporta circa 115 mg di calcio.

Tirando le somme, in un lattante di 6-12 mesi in corso di svezzamento basterebbero 200 ml di latte al mattino e una merenda a base di yogurt o latte per raggiungere l’apporto minimo di calcio raccomandato dall’EFSA (se poi ne prende di più non è certo un problema: ci pensa il rene a eliminarlo!).

Considerando poi anche l’apporto di calcio derivante dall’acqua e dai numerosi altri alimenti sopra menzionati, direi che l’apporto è più che soddisfatto e che possiamo permetterci di non dare parmigiano preservando così il “gusto” del piccolo evitando che esso vada in “settaggio” per elevati quantitativi di sale nei pasti, favorendo da adulto l’ipertensione arteriosa.

E se il bambino rifiuta il latte?

Ci sarà un po’ in più da impegnarsi ma non è una tragedia! Il calcio glielo diamo lo stesso! … (il minerale intendo eh! non fate che me lo prendete a calci se non vuole il latte! 😉

In assenza di latte dovremo sostituire con almeno 2 yogurt da 125 ml al giorno.

E se non mangia neanche lo yogurt?

Due alternative:

  1. Ci facciamo una cultura su come ricavare il calcio da alimenti vegetali (legumi, spinaci, etc) e, con intelligenza e fantasia, gli proponiamo ogni giorno qualcosa che assicuri l’apporto di calcio. In tal caso è utile discutere col proprio pediatra se può essere d’ausilio un integratore di calcio (esempio: Colecalcium, DiCalcio sciroppo etc)
  2. Oppure, se ha superato l’anno, usiamo il parmigiano: un cucchiaio da 10 gr a pranzo e a cena gli metterà in cassaforte quei 220 mg al giorno. Acque ricche in calcio (es: Sangemini, Uliveto, Prata etc) e tanti legumi faranno il resto.

Il parmigiano nel primo anno di vita se possibile è meglio evitarlo per il discorso di “evitare il gusto salato” in questa delicata fase di costruzione delle future abitudini del piccolo. Ovviamente se il vostro pediatra durante il bilancio, preso atto dei rischi nutrizionali del piccolo, decide che è ragionevole offrirgli il parmigiano (magari un cucchiaino da 5 gr per pasto piuttosto che 10 gr) allora vuol dire che molto probabilmente gli è utile a garanzia dell’apporto di calcio e che magari vi è scarsa familiarità per ipertensione, obesità o altre patologie che comportino un futuro rischio cardiovascolare.

Vuoi saperne di più su svezzamento tradizionale e autosvezzamento? Ti consiglio di leggere il mio articolo sull’argomento!

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