Fa antibiotico da giorni ed è ricomparsa febbre… c’è da preoccuparsi?
La comparsa di febbre in un bambino durante terapia antibiotica è qualcosa che tende sempre ad allarmare i genitori.
Questo perchè nell’immaginario collettivo c’è la radicata (ed errata) idea che l’antibiotico serva per “curare la febbre”. Quindi se la febbre ricompare durante antibiotico, qualcosa non torna.
La realtà è che l’antibiotico non serve a curare la febbre ma serve ad estirpare batteri!
Dunque se la febbre è causata da una grave infezione batterica che non risponde a quel determinato antibiotico, allora si che c’è da preoccuparsi.
Ma laddove la febbre sia causata da una comune infezione virale respiratoria (come fortunatamente avviene nella maggior parte dei casi) allora non c’è molto da preoccuparsi.
I virus, infatti, se ne fregano degli antibiotici: nessun antibiotico è capace di uccidere un virus. Nei rari casi in cui un’infezione virale necessiti di un farmaco specifico (e non solo di sintomatici) si useranno gli antivirali, non gli antibiotici!
Febbre durante terapia antibiotica: un caso ad esempio
La coincidenza che compaia febbre durante una terapia antibiotica iniziata giorni prima per altri motivi è una circostanza molto comune nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio, quando in giro dilaga l’influenza.
Ecco per voi un esempio fresco di giornata…
Poco fa ho visitato in ospedale la piccola Federica con febbre a 39,5°C da stamattina, nonostante sia oggi in sesta giornata di antibiotico per un’otite riscontrata dal suo pediatra di base la scorsa settimana.
La madre è corsa in pronto soccorso poichè non riesce a spiegarsi come sia possibile che in corso di antibiotico sia salita la febbre a 39°C. Quasi vorrebbe ricoverarla!
Guardo le orecchie: tutto guarito. La gola è arrossata è un po’ dolente. La piccola è spossata e riferisce in alcuni momenti cefalea. Abbonda secrezione nasale ed ogni tanto qualche colpo di tosse.
Il papà è a casa con febbre.
Guardo il calendario e vedo che segna 25 Dicembre (a proposito, Buon Natale a tutti!;).
Riassumendo il tutto in un’unica parola: influenza!
Il virus dell’influenza come ogni altro virus se ne frega della presenza di antibiotico e penetra indisturbato nell’organismo, si fa i suoi 1-2 giorni di incubazione e poi esplode coi classici sintomi generali e respiratori (vedi avanti) che durano in genere 3-4 giorni (anche se alcuni anni abbiamo osservato infezioni influenzali durare finanche 1-2 settimane come ad esempio la stagione 2017/2018).
Tutto questo ci fa dunque capire perchè in corso di influenza non serve dare antibiotici a meno che non vi sia qualche complicazione diagnosticata dal vostro pediatra.
Se infatti avete ben compreso che il virus addirittura penetra indisturbato anche in bambini che già stanno prendendo antibiotici, perchè mai dovrebbe andar via avviando inopportune terapie antibiotiche?
Il virus dell’influenza va via da solo.
Compito di che assiste il bambino è solo gestire i sintomi e lasciarsi guidare dal pediatra che saprà identificare eventuali complicazioni.
La probabilità di complicazioni dell’influenza è però più elevata nei bambini (specie sotto i 5 anni) e negli anziani. Tali categorie possono ad esempio andare incontro più facilmente ad una cosa che si chiama sovrainfezione batterica.
In pratica alcuni ceppi batterici riescono ad approfittare dello stato di debolezza sistemica indotta dal virus dell’influenza è fondano la loro infezione. Possono farlo nell’orecchio, possono farlo nei polmoni, possono farlo altrove. Ed in questi casi l’antibiotico serve eccome (!) e sarà il vostro pediatra a suggerirvi di iniziarlo!
Sintomi dell’influenza
I sintomi che caratterizzano l’influenza sono comunque noti alla maggior parte di voi. Abbiamo sia sintomi generali che respiratori: febbre, spesso a brusco rialzo, con brividi, mal di testa e malessere generale, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale, congiuntivite, dolori ossei e muscolari.
In particolare la febbre è in genere superiore ai 38°C e soprattutto nei bambini raggiunge picchi fino a 39-40°C.
La tosse può essere molto fastidiosa, spesso è secca e stizzosa nelle prime fasi e può durare più settimane.
Meno comuni i sintomi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea: questi ultimi sono di solito provocati da virus simil-influenzali, e si presentano soprattutto nei bambini.
Prevenzione dell’influenza
Frequente lavaggio delle mani, evitare luoghi affollati ma soprattutto il vaccino per limitare la circolazione del virus!
Ogni anno, più che di influenza (al singolare) sarebbe però opportuno parlare di influenze (al plurale!) perchè ciò che molti non sanno è che ogni anno ci sono in circolazione molti più che un unico ceppo di virus influenzale!
Basti solo pensare che i più recenti vaccini anti-influenzali sono quadrivalenti. In praticacontengono i 4 ceppi di virus influenzale che con maggiori probabilità si preveda circoleranno durante l’inverno (2 di tipo A e 2 di tipo B).
Comprenderete dunque facilmente che l’ondata di virus influenzali da cui siamo travolti ogni inverno non è affatto “mono-virus” ma è mista e variegata!
E’ dunque ovvio che ogni persona può contrarre l’influenza anche più di una volta durante l’inverno laddove incontri ceppi differenti.
E’ altrettanto ovvio che pur i soggetti vaccinati potrebbero contrarre influenza imbattendosi in ceppi non presenti nel vaccino (senza tener conto di eventuali mutazioni del ceppo insorte tra la fase di produzione e quella di distribuzione del vaccino…).
Ed è ancora ovvio che se il 95% della popolazione si vaccinasse, la conseguente scarsa circolazione dei virus influenzali (che troverebbero sempre meno organismi umani disponibili a dar loro “albergo” per qualche giorno), tenderebbe a potenziare la protezione di tutti noi, sia i vaccinati che i soggetti che non possono vaccinarsi (es: bambini sotto i 6 mesi di vita).
Tutto ciò andrebbe a proteggere le categorie a maggior rischio di complicazioni dell’influenza ovvero:
- Bambini sotto i 5 anni
- Anziani over-65
- Soggetti con malattie croniche di base
Non tutti sanno che dal 2019 l’offerta vaccinale anti-influenzale è andata oltre la classiche raccomandazioni agli over-65 e malati cronici, andando ad essere estesa non solo agli adulti over-50 ma anche ai bambini tra 6 mesi e 6 anni di età.
Si è deciso dunque di confinare l’infezione riducendone la circolazione negli asili!
Ciò non solo perchè i bambini dell’asilo presentano un rischio di complicazioni ed ospedalizzazione più elevato rispetto agli adulti, ma anche perchè tali bambini sono i principali “untori” delle nostre popolazioni! In pratica se riuscissimo ad abbattere la circolazione del virus influenzale negli asili, ne beneficerebbe tutta la popolazione inclusi genitori, nonni e donne in gravidanza.
A proposito delle donne in gravidanza, ricordo l’importanza di vaccinarsi laddove prevediate di trovarvi al secondo o terzo trimestre durante la stagione influenzale: in gravidanza infatti il rischio di complicazioni per la madre, oltre che per il feto, è più elevato!
Ricordo infine che i bambini allergici all’uovo possono tranquillamente ricevere la vaccinazione senza alcuna conseguenza.
Concludendo… vi trovate nel bel mezzo di Dicembre-Gennaio-Febbraio e il vostro piccolo manifesta febbre mentre sta già prendendo antibiotico? Parlatene col vostro pediatra: molto probabilmente vi dirà che si tratta di influenza!
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