Neonato non fa la cacca: stipsi o dischezia?

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Neonato non fa la cacca pur se questa è morbida. Cos’è la dischezia? Come intervenire?

Quando un neonato non fa la cacca la prima parola che viene in mente al genitore è stitichezza (o stipsi) e solo in pochi pensano possa trattarsi invece di dischezia neonatale.

Se la stipsi infatti è caratterizzata il più delle volte da feci dure e/o caprine, la dischezia (ben più frequente nel neonato) è invece caratterizzata da difficoltà nel fare la cacca pur con feci morbide.

La dischezia è un fenomeno parafisiologico dei primi 6 mesi di vita.

Pur essendo essa fattore predisponente per futura stipsi, di fatto non è ancora stitichezza e quindi non va di certo gestita con lassativi o rammollitori fecali.

Neonato non fa la cacca: cos’è la dischezia?

Nei primi 6 mesi di vita quando il neonato non fa la cacca è perchè di fatto non ancora imparato a coordinare l’atto defecatorio.

In pratica il piccolo lattante contrae contemporaneamente ano e pancino invece di rilassare il l’uno e contrarre l’altro.

(Attenzione: sappiate che per la precisione si chiama “neonato” solo nei primi 28 giorni, dopodichè il termine corretto è “lattante”)

In sostanza succede che quando il neonato avverte lo stimolo, anzichè contrarre l’addome rilassando l’ano (come facciamo noi adulti),  contrae sia addome che ano cosicchè le feci seppur morbide non riescono a uscire.

Come capire se è stipsi o dischezia?

Basta guardare la consistenza delle feci: se dure è stipsi, se morbide molto più probabilmente è dischezia dei primi mesi di vita.

In caso di stipsi (meno frequente negli allattati al seno specie se molto precoce) bisognerà distinguere tra stipsi organica e stipsi funzionale. Ma di ciò parlerò in un altro articolo.

In caso di dischezia invece (molto più frequente nel neonato che non fa la cacca) è del tutto inutile:

  • cambiar dieta
  • fare microclismi (le feci già sono morbide! cos’altro volete sciogliere?)
  • riempirgli il pancino di gocce per coliche o tisane varie.

Come aiutare il neonato con dischezia?

Il piccolo ha bisogno di un’unica cosa: rilassare e aprire l’orifizio anale.

Ove si trovi in uno di quei momenti critici di grande irritabilità, pianto e difficoltà.

Tre step elencati dal meno al più efficace e invasivo:

  1. Massaggiargli delicatamente il pancino soprattutto nel quadrante inferiore sinistro aspettando che rilassi spontaneamente l’ano, mentre magari si cerca di tranquillizzarlo con musica
  2. Usare acqua calda: prendere un batuffolo d’ovatta imbevuto di acqua molto calda e iniziare a strofinarlo su e giù tra le natiche mentre lo si tiene sul fasciatoio con le gambe sollevate e in contemporanea con le dita massaggiate il pancino come sopra descritto
  3. Stimolare con punta di sondino o punta di termometro lubrificato: inserire per 1-2 cm tale punta nell’orifizio anale (non temete: l’ano è elastico ed  è progettato per far passare le feci che spesso sono dure e di dimensioni molto più grandi della punta di un termometro!)

Ve lo mostro live nel video qui linkato di soli 7 minuti sul mio canale Youtube.

Quando intervenire nel neonato che non fa la cacca?

Quando un neonato non fa la cacca da circa 24-36 ore talora cominciano a comparire alcuni sintomi del disagio::

  • perdita di appetito
  • irritabilità
  • pianto frequente
  • tendenza alla flessione delle gambe sull’addome

Molti genitori confondono questi sintomi con le coliche gassose e partono con gocce e tisane senza ovviamente risolvere nulla.

Altri genitori confondono tale situazione con la stipsi e partono con microclismi nonostante l’assenza di feci dure da lubrificare.

LEGGI ANCHE – “Primi Dentini Neonato”: tra febbre, sintomi e falsi miti

La scelta più giusta da fare in caso di dischezia fortemente sintomatica è invece quella di stimolare seguendo in ordine i 3 step sopra descritti.

Ma è pur vero che non bisogna abusare della stimolazione in quanto il piccolo deve pur imparare a coordinarsi senza alcun aiuto.

Come regolarsi allora?

Il mio consiglio è quello di contattare il vostro pediatra e confrontarvi con lui: descrivetegli l’andamento delle ultime settimane, descrivetegli lo stato del piccolo, se lui ritiene sia il caso di visitarlo portatelo a visita.

Il vostro pediatra sulla base di queste informazioni saprà darvi il consiglio più adeguato su quanto essere “invasivi” in quel dato bambino e in quelle particolari circostanze, affinchè la stimolazione a defecare diventi un valido aiuto al piccolo ma non se ne abusi.

Il vostro medico saprà dunque dirvi caso per caso quanto tendere allo step 1 e quanto al 3 (vedi elenco di sopra)

Dialogando con lui, imparerete a utilizzare questi utili strumenti per disostruire il neonato dalle feci senza abusarne inducendo il piccolo ad “abituarsi” alla stimolazione, rischiando così che evolva man mano in vera e propria stitichezza con feci dure nei mesi successivi.

Fonti:

Principi-Rubino, Pediatria generale e specialistica, Casa Editrice Ambrosiana, Seconda edizione, 2017

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

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Questo articolo ha un commento

  1. Petya

    Molto bel articolo, solo che da nessuna parte non c’è scritto cosa fare quando le tecniche, sopraelencate di stimolazione, non funzionano. Devono per forza funzionare? Con mio figlio, di due mesi, purtroppo nessuno effetto.

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